Inceneritore in Abruzzo: la protesta di Cgil e Wwf

PESCARA – Dopo le trivelle è la volta dell’inceneritore. E naturalmente scendono nuovamente in campo Wwf e Cgil. In base al decreto Sblocca Italia l’Abruzzo avrà uno dei nuovi 12 inceneritori previsti (46 sono già attivi). L’associazione ambientalista aderisce alla mobilitazione prevista dal 7 al 9 settembre in occasione della Conferenza Stato-Regioni convocata per approvare il decreto. Chiede. Il Wwf, che si discuta di come definire piani regionali di gestione del ciclo dei rifiuti, che puntino decisamente in tutta Italia alla loro riduzione, al riuso e al riciclaggio dei materiali, conseguendo e superando al più presto su scala nazionale la soglia del 65% di raccolta differenziata, obiettivo che doveva essere conseguito entro il 2012. La Cgil ricorda che nel 2013, con i suoi 1.306.416 abitanti, l’Abruzzo “produceva 447,94 chili di rifiuti per abitante, ed il riciclo raggiungeva la media del 42,78%. Delle quattro province abruzzesi, tre sono sul 50% del riciclo, solo L’ Aquila è al di sotto ma non sfugge a nessuno l’influenza del terremoto. In ogni caso basta leggere il saldo di un solo anno, dal 2012 al 2013, quando si è cresciuti di 5,2 punti, per comprendere l’impegno crescente nel riciclo”. La Cgil Abruzzo, che sostiene il riciclaggio e la riduzione dei rifiuti “come via maestra dello sviluppo, e ricorda che questo è un settore che può creare buona occupazione per gli abruzzesi”,  sostiene che la crescita del centro-sud italiano passi attraverso “impianti per trattare l’organico, che serve costruire una rete di impianti a basso impatto che riduca i costi di spostamento e il consumo di carburante, per la preparazione e il riutilizzo dei rifiuti”. “Con i rifiuti non si scherza” per il sindacato, e la scelta di "incenerire" è in totale contrasto con quella di separare, riciclare, riusare i rifiuti. “Quale sarà dunque la quantità e la tipologia dei rifiuti da incenerire, visto che ogni anno aumentano (per fortuna e consapevolezza) i rifiuti che vengono riciclati grazie all’impegno di tutti gli enti locali e alle risorse pubbliche che si destinano allo scopo? E quanti e quali rifiuti occorrono per "rendere produttivo" un impianto di incenerimento”? “Chiediamo al Presidente D’Alfonso”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF, “come intende combattere questo ennesimo “UFO” che il Governo Renzi sta mandando verso la nostra regione. Ha la possibilità di far sentire la propria voce già nel confronto della prossima settimana in sede di Conferenza Stato-Regioni sul decreto attuativo dello Decreto Sblocca-Italia che darebbe il via libera ai nuovi inceneritori. Ci aspettiamo che difenda gli interessi dei cittadini abruzzesi e dell’economia sostenibile”.